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PALAZZO REALE

PALAZZO REALE DI NAPOLI
Il Palazzo Reale aperto al pubblico, oggi è adibito a diverse funzioni: sede in particolare della Biblioteca Nazionale napoletana, dal 1925, e di una struttura museale, l'Appartamento Storico, nel quale si conserva l'originario arredo del piano nobile.
La costruzione del Palazzo inizia con il 1600, per volere di Filippo III e successivamente del viceré Ferdinando di Castro conte di Lemos e Caterina Zunica sua moglie che affidarono la costruzione a uno degli architetti più famosi dell'epoca Domenico Fontana. I lavori continuarono con Francesco di Castro, successivo viceré, e durarono sin oltre la metà del secolo, aggiungendo la Cappella sul lato orientale e lo scalone monumentale simmetrico nel 1651. Il palazzo dalla facciata accademica tardorinascimentale si sviluppa intorno al cortile a pianta quadrata con una loggia superiore. Si estendeva attraverso un passaggio dal parco reale al presidio di Castelnuovo, e si apriva poi su via Chiaia e Toledo dal lato della facciata.
Le fonti iconografiche testimoniano che il palazzo era utilizzato per campo di manovre militari, di cerimonie di rito, feste.
Le opere artistiche di quel periodo sono gli affreschi di Belisario Corenzio, Battistello Caracciolo. Soprattutto dopo il 1734 quando il palazzo era ormai sede dei Borboni furono diversi i cambiamenti apportati che si susseguirono lungo i secoli, per ammodernamento di gusto, per fatti di guerra. Ed è ai Borboni che regnarono nell'Ottocento, che si deve l' immagine attuale del palazzo. I suggestivi Giardini Pensili che si affacciano sul mare, da cui ancora oggi si può godere di una delle viste sul golfo, di Capri e di Ischia tra le più belle e luminose di Napoli, l'appartamento delle feste e poi la monumentale Biblioteca con le sue sezioni prestigiose. Dopo un incendio lo scalone fu ricostruito e arricchito di ornati e fu ingrandito il palazzo di un braccio nord verso San Ferdinando, opere firmate da Gaetano Genovese. Con i Savoia altri cambiamenti al palazzo videro l'appartamento reale trasferito al 2° piano preparando il precedente alla musealizzazione, le nicchie di facciate chiuse dalle arcate del Vanvitelli per esigenze strutturali, saranno riempite con le statue dei fondatori delle dinastie che regnarono su Napoli.
L'appartamento durante l'ultima guerra è stato requisito soggetto a bombardamenti e saccheggiamenti che lo hanno derubato degli oggetti che riguardano gli aspetti della vita quotidiana dei reali, ma conservando ancora suppellettili, dipinti, arazzi storici, mobili neobarocchi e tardoimpero soprattutto rilevanti i pezzi d'arredamento di età murattiana, dovuti all'impeccabile gusto di Carolina Murat, rimane un percorso storico di sicuro interesse. Affiancato all'appartamento, nell'ultimo decennio, segnaliamo la pinacoteca che presenta quadri di antica proprietà reale, provenienti da Capodimonte e da enti pubblici a cui erano stati prestati, la pittura del Cinquecento e Seicento, nella sale del belvedere, Sei-Settecento in sala a braccio a mezzogiorno, e i pittori napoletani dell'Ottocento: Ribera, Vaccaro, Monrealese, Spadarino, Bilijert e Preti. Un gruppo di quadri del classicismo emiliano provenienti dalla collezione farnesina ereditata da Carlo di Borbone.

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