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Mostra L'Opera si racconta: la Sacra conversazione di Konrad Witz al Museo Capodimonte di Napoli

La mostra L'Opera si racconta: la Sacra conversazione di Konrad Witz in svolgimento al Museo Capodimonte di Napoli: gli artisti e le opere, i periodi e gli orari, le informazioni per la visita.
Mostra Carta Bianca. Capodimonte Imaginaire Napoli
L'Opera si racconta: la Sacra conversazione di Konrad Witz - Museo di Capodimonte, via Miano, 2 - Napoli

Mostra in corso dal 24 marzo al 1 luglio 2018

L'Opera si racconta è un ciclo espositivo di mostre-focus con cui il Museo e Real Bosco di Capodimonte intende dar voce a dipinti, sculture e oggetti d’arte presentate al pubblico in relazione con altre opere o documenti in grado di spiegarne il contesto in uno spazio dedicato: la sala 6, al primo piano. In questa mostra la Sacra Conversazione di Konrad Witz è messa a confronto con due manoscritti della metà del XV secolo provenienti dalla sezione “Manoscritti e Rari” della Biblioteca nazionale di Napoli: Horae Beatae Mariae Virginis Secundum usum rothomagensis, Heures à l’usage de Rouen, 214 fogli di cui 40 in grandi miniature, e Horae Beatae Mariae Virginis, Livre d’Heures, 181 fogli di cui 8 in grandi miniature.

La mostra è realizzata in collaborazione con la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele di Napoli e l'associazione Amici di Capodimonte onlus e realizzata con il supporto dell'azienda Tecno srl.

Iconografia della Sacra Conversazione

La Sacra Conversazione di Konrad Witz sviluppa un tema iconografico proprio del XV secolo che rappresenta la Madonna con il Bambino Gesù circondati dai santi. Nel dipinto di Witz, si riconoscono la Madonna con il Bambino intenta nella lettura, San Giuseppe che offre la mela simbolo del peccato originale e della redenzione e, tra loro, Santa Caterina in abito blu identificata dalla spada del suo martirio, e Santa Barbara in verde, riconoscibile grazie alla piccola torre. A differenza dell’Annunciazione o dell’Ultima Cena, la Sacra Conversazione non fa riferimento a un evento biblico. Questo dialogo avviene tra personaggi che leggono o meditano appartenenti a epoche differenti: ciò evidenzia come la funzione di mediazione della Madonna fra gli uomini e Dio si svolga al di fuori del tempo.

La Sacra Conversazione, infatti, non è un dialogo reale ma un colloquio silenzioso e puramente spirituale, in cui l’atteggiamento dei santi è identico a quello dei fedeli in preghiera dinnanzi all'altare.

In ragione di ciò, i pittori fiamminghi scelgono spesso di rappresentare questa scena all’interno di una chiesa di forma contemporanea, come la lunga navata gotica in fuga prospettica dipinta da Witz.

Konrad Witz

Konrad Witz è stato uno dei maggiori pittori tedeschi attivi nel XV secolo, sebbene non ci sia giunto alcun suo ritratto e solo poche notizie della sua vita. Probabilmente originario della Germania meridionale e figlio di pittore, si suppone abbia avuto un’educazione artistica in Francia o in Borgogna, cui affiancò lo studio dei grandi maestri fiamminghi.
Dal 1434 Witz risulta attivo a Basilea, la città svizzera che, dal Concilio della Chiesa cattolica tenutosi nel 1431, era diventata polo d’attrazione per artisti e intellettuali di diversa provenienza, nonché luogo di incontro tra la cultura tedesca, borgognona e del Nord Italia.

La pittura di Witz si caratterizza per le figure solide e voluminose riccamente panneggiate, la verosimiglianza delle diverse materie dipinte, l’interesse per le distorsioni ottiche e le fughe prospettiche, la luce intensa e le lunghe ombre. Le sue scene sacre si situano in paesaggi naturali, dipinti con pionieristico realismo, oppure all’interno di maestose chiese, da cui si aprono vivaci scorci sulla città, come si vede nella tavola con Santa Caterina e Maddalena. Attorno alla bottega di Witz, come era usuale, ruotavano un numero imprecisato di allievi e collaboratori, che lavoravano a partire dai modelli del maestro. Tra essi è documentato un certo Hans Witz, al quale alcuni studiosi attribuiscono la tavola di Capodimonte, sebbene non sia possibile stabilire con certezza se si tratti di un familiare o solo di un seguace.

Manoscritti della Biblioteca Nazionale

Nucleo fondante della sezione “Manoscritti e Rari” della Biblioteca nazionale di Napoli è la celebre collezione Farnese, avviata da Alessandro Farnese, il futuro papa Paolo III, ed accresciuta dai suoi nipoti e portata a Napoli da Carlo di Borbone nel 1734. A differenza di altre coeve raccolte librarie, la farnesiana non era una biblioteca di collezionisti, bensì di appassionati studiosi ed era curata dall’erudito Fulvio Orsini. Non meraviglia, quindi, che tra comprenda non solo preziosi codici miniati, ma anche volumi di studio di letteratura antica.

Al tempo di Ferdinando IV Borbone la raccolta, fino ad allora nella Reggia di Capodimonte, fu trasferita nel Palazzo degli Studi (oggi Museo Archeologico) per confluire nella Reale Biblioteca di Napoli. Ai manoscritti farnesiani si unirono poi altre raccolte private, le biblioteche degli ordini religiosi soppressi, volumi pervenuti per acquisti e donazioni. La sezione conserva anche un gruppo di manoscritti di natura amministrativa e una collezione di quasi 5000 incunaboli, ovvero i primi libri stampati.

Orari: tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18.30). Chiuso il mercoledì, il 1° gennaio e il 25 dicembre.
Biglietti: intero € 12, ridotto € 8.
Telefono: +39.081.7499281
E-mail: mu-cap@beniculturali.it
Sito web: Museo di Capodimonte

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