Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli -
Museo di Capodimonte, via Milano, 2 - Napoli
(Foto: Fourth Bridge on the Canal Grande, Venezia, 1996-2008. Photo © Burg / Schuh, Palladium Photodesign)
Mostra in corso
dal 6 dicembre 2019 al 24 ottobre 2021
Al Museo Capodimonte di Napoli una mostra espone quattrocento opere – sculture, disegni, maquette - di una fra le menti creative
più brillanti dei nostri giorni: Santiago Calatrava, architetto, ingegnere, pittore,
scultore, disegnatore, artista a tutto tondo.
Comunicato stampa della Mostra Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli
Quattrocento opere – sculture, disegni, maquette - di una fra le menti creative
più brillanti dei nostri giorni: arriva a Napoli, nel Museo e Real Bosco di
Capodimonte, la mostra di Santiago Calatrava, architetto, ingegnere, pittore,
scultore, disegnatore, artista a tutto tondo. Spirito inquieto alla continua
ricerca di un equilibrio tra volume e luce, i due elementi essenziali del suo
concetto di architettura (“un gioco armonioso di equilibrio dei volumi sotto la
luce” nella definizione di Auguste Rodin nel suo libro Les Cathédrales de
France, 1914).
La mostra a Capodimonte, divisa tra il secondo piano del Museo e l'edificio
del Cellaio nel Real Bosco, sottolinea già nel titolo questo elemento: Santiago
Calatrava. Nella luce di Napoli (dal 6 dicembre 2019 al 10 maggio 2020), ma anche l'amore dell'artista per la città, culla e porto del Mediterraneo,
crocevia di culture e civiltà differenti.
Un'esposizione curata dal direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte
Sylvain Bellenger e Robertina Calatrava, moglie dell'artista, e sostenuta
dalla Regione Campania grazie ai fondi europei POC Programma Operativo
Complementare 2014-2020, organizzata dalla Scabec, società regionale dei
beni culturali, e realizzata proprio in collaborazione con lo Studio Calatrava.
E così fanno il loro ingresso nelle sale del secondo piano del Museo le
maquette delle architetture più importanti da lui realizzate: la Stazione
dell'Aeroporto di Lione “Saint-Exupéry” o il World Trade Center
Trasportation Hub di New York, meglio noto come “Oculus”, al tempo stesso
testimone e memoria dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 alle
Torri Gemelle e simbolo di rinascita della città grazie alla leggerezza delle sue
“ali di uccello”. Ma ci sono anche le idee progettuali: dagli Sharq Crossing
Bridges, tre diversi tipi di ponti interconnessi per la città di Doha in Qatar, al
Ponte per Genova (nelle tre versioni “Ponte ad Arco”, “Ponte Continuo” e
“Ponte Strallato”) disegnato e offerto alla città dopo il crollo del Ponte
Morandi nell'agosto 2018.
In mostra anche le sculture di tutte le sue fasi artistiche (geometriche,
matematiche, astratte, cinetiche e antropomorfe). Un'ampia selezione in
materiali molto diversi: dall'ebano, marmo bianco, alabastro, rame dorato,
alluminio, granito nero fino al bronzo.
Le prime furono realizzate negli anni '80 e sono composte da diversi cubi
geometrici in pietra pesante in tensione, collegati principalmente da cavi
d'acciaio, come si vede chiaramente nella sua scultura Musical Star (da lui
scelta come immagine guida della mostra). Opere capaci di comunicare quel
cruciale senso di leggerezza che troviamo in tutti i suoi edifici. Accanto ad
esse opere di forme astratte pure ispirate all'arte delle Cicladi e poi
successivamente sculture ispirate alla natura e alle piante.
Per la prima volta
a Napoli saranno esposte sei sculture in ferro ispirate ai guerrieri della
facciata principale del tempio greco di Egina, oggi nella Glyptothek di
Monaco. Un gruppo di sculture antropomorfe, sintesi di tutta la sua carriera
scultorea, che rappresentano un ponte metaforico tra il XXI secolo e la Napoli
simbolo della cultura ellenistica.
Ampio spazio ai disegni: dipinti a pastello e carboncini in cui si ritrovano i
suoi temi principali: alberi, tori e il nudo femminile. Comincia da
giovanissimo a disegnare il corpo umano per esplorarne il senso e la
dinamica del movimento. Le forme umane, rese attraverso la tensione
muscolare e figure parziali, saranno decisive nello sviluppo del suo
linguaggio architettonico. Disegna incessantemente centinaia di acquerelli
come percorso di meditazione della sua architettura. Non c'è da stupirsi,
dunque, che la prima vocazione di Santiago Calatrava sia stata il disegno e
che sia la sua attività di pittore che di scultore abbiano influenzato
decisivamente quella di architetto e ingegnere.
“Non ho mai smesso di dipingere – afferma Calatrava - per me è importante
lavorare sulla pittura, sulla scultura e sulla ceramica, non solo come discipline
indipendenti ma come nutrimento incessante per la mia architettura”. E
ancora: “La mia scultura precede il mio lavoro di architetto. Per capire la mia
architettura bisogna conoscere il mio lavoro di scultore. Il punto di partenza di
alcuni dei miei edifici e ponti è stato alimentato dalla ricerca formale generata
dalla mia attività di artista, soprattutto di scultore".
Il Cellaio nel Real Bosco di Capodimonte, edificio di epoca borbonica
utilizzato per la conservazione delle derrate alimentari, ospita la seconda
sezione della mostra: oltre 50 opere in ceramica in ideale dialogo con
l’antica produzione della Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte,
fondata da Carlo di Borbone nel 1743. Opere d'arte di fenomenale potenza
visiva, e dipinte con la stessa precisione della calligrafia. La ceramica è una
materia che Calatrava ha conosciuto in Spagna a Manises, vicino Valencia in
una delle più grandi scuole europee.
Ciò che Calatrava apprezza di più in
quest'arte è la sua tecnica ancestrale, il meticoloso processo necessario per
trasformare un materiale primordiale in un oggetto di estremo lusso, noto
per il suo valore diplomatico presso le corti europee del Settecento. Alcune
delle ceramiche in mostra riprendono le figure rosse su fondo nero della
tradizione ellenica e mediterranea, di cui si trova traccia anche nella
produzione celtiberica. L’uso di colori e di pigmenti primitivi – terre, ocra,
neri - è il richiamo all’ancestrale funzione totemica del segno.
La mostra Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli offre una riflessione
senza precedenti sui suoi 40 anni di carriera, svela la sua ricca produzione
artistica attraverso una prospettiva e una chiave di lettura completamente
nuova: la luce, componente fondamentale di ogni sua grande architettura. E
proprio un innovativo progetto di lighting design renderà possibile una
nuova narrazione di tutte le sfaccettature del suo lavoro esplorando nel
dettaglio il suo audace uso dei materiali e dei colori, valorizzando le sue
forme scultoree, approfondendo la ricerca pittorica e la produzione ceramica.
L'esposizione è stata ideata dallo Studio Calatrava e realizzata in
collaborazione con lo studio di progettazione ing. Vito Avino e il funzionario
architetto del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Renata Marmo.
Fondamentale l'apporto dei partner tecnici: Tessuti d'arte Annamaria Alois
di San Leucio (Caserta), Ance-Aies Salerno, Cimolai Spa, FioreLegno srl,
Ferrara Costruzioni, iGuzzini illuminazione Spa, Antonio Perotti Design,
Gesac-Aeroporto internazionale di Napoli e la rivista AD per la mediapartnership. L'esposizione si è avvalsa della collaborazione dell'associazione
Amici di Capodimonte onlus e dell'Istituto ad indirizzo raro CaselliDeSanctis / Real Fabbrica di Capodimonte.
Biografia di Santiago Calatrava
Santiago Calatrava è nato nel 1951 a Benimànet, poco distante dalla città di
Valencia, in Spagna, e all’età di soli otto anni ha iniziato gli studi di disegno e
pittura presso la Scuola delle Arti e dei Mestieri della sua città.
Nel 1968 si
iscrive al Politecnico dell’Università di Valencia dove, dopo essersi laureato in
architettura, si specializza in urbanistica. Nel 1979 consegue il dottorato di
ricerca in ingegneria civile presso l’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di
Zurigo, dove conosce la futura moglie Robertina, madre dei suoi quattro figli.
Nel 1981 apre il suo primo studio a Zurigo, e due anni dopo vince il concorso
per la progettazione della ferrovia svizzera di Stadelhofen. Nel 1984 si
aggiudica la progettazione del Ponte Bac de Roda, commissionato in
occasione dei Giochi Olimpici di Barcellona e da allora inizia ad essere
riconosciuto a livello internazionale come progettista di ponti.
Nel 1991
Calatrava conquista il primo posto nella competizione indetta per il
completamento della Cattedrale di San Giovanni il Divino nella città di New
York. Nel 1992 realizza il ponte dell'Alamillo sul fiume Guadalquivir a Siviglia
in occasione dell’Expo e, nello stesso anno, la Torre delle Comunicazioni di
Montjuic a Barcellona.
Altri importanti progetti realizzati dall’artista
spagnolo riguardano la stazione francese di Lyon-Saint-Exupéry (1989-
1994), la Città delle Arti e delle Scienze di Valencia, l’acclamata espansione
del Milwaukee Art Museum (MAM) di Wisconsin, negli Stati Uniti d’America
(2001), l’Auditorium di Tenerife a Santa Cruz, nelle Isole Canarie (2003), il
Centro Atletico Olimpico di Atene, in Grecia (2004), e il grattacielo
residenziale Turning Torso di Malmö, in Svezia (2005).
Calatrava ha inoltre progettato il nuovo World Trade Center Transportation
Hub, conosciuto come Oculus, inaugurato nel 2016 nel sito del Ground Zero
di New York, simbolo di rinascita della città dopo l'attentato terroristico del
2001 alle Torri Gemelle e a poca distanza anche la chiesa ortodossa di San
Nicola.
Orari: tutti
i giorni dalle 8.30 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 16.30). Chiuso il mercoledì,
il 1° gennaio e il 25 dicembre.
Biglietti: intero
€ 10, ridotto € 5.
Telefono:
+39.081.7499281
E-mail: mu-cap@beniculturali.it
Sito web: Museo
di Capodimonte |